1. Da dove nasce l’idea di intrecciare la dimensione intima con quella simbolico-mitologica nel tuo romanzo?
1. Leggo e scrivo romanzi d’amore da molti anni e quando ho iniziato scrivere questa storia (nel 2022) ho cominciato, come sempre, a raccontare la storia di una coppia di protagonisti. Nel corso della stesura, mi sono resa conto che, rileggendo i primi capitoli, si capiva dove volevo arrivare. Per questa ragione ho voluto aggiungere un’altra storia, parallela e complementare alla principale, che ne spiegasse le fondamenta e che fosse una seconda trama, per uscire dal tradizionale romance. La scelta della mitologia deriva dai miei studi liceali; ho sempre apprezzato i racconti mitologici così come i film in cui si personificavano sentimenti ed emozioni.
2. Come hai lavorato per dare forma alle emozioni di Margot e Sam in modo così vivido?
2. La storia di Margot e Sam non è reale o ispirata a una mia vicenda personale, ma inventata dalla mia fantasia. Nonostante questo, quando parlo di sentimenti e relazioni mi ispiro a ciò che mi è successo; quando si parla di dolore, gioia, speranza scrivo quello che ho provato in una particolare situazione, sebbene che non abbia nulla a che fare con ciò che scrivo. Per fare un esempio, la fine della relazione di Sam non è una situazione che ho provato nella mia vita, ma il dolore, lo sconforto e la delusione che Margot ha provato sono sentimenti che ho già sperimentato.
3. Il romanzo inizia dalla fine di una relazione: cosa ti ha spinto a scegliere questo punto di partenza?
3. La scelta di iniziare il mio romanzo dalla fine è stata dettata dal desiderio di cambiare il solito schema, tipico del romance. Inoltre, ho voluto dare centralità alla figura femminile di Margot, ai suoi sentimenti e alla sua rinascita personale. Spesso nei romanzi d’amore, ciò che importa è la ricerca dell’anima gemella, ponendo in secondo piano la riflessione su se stessi e sui propri limiti. La ricerca della propria individualità come persona è centrale del mio romanzo e iniziare da una delusione, da un fallimento mi è servito per dare voce al percorso emotivo di Margot.
4. La rappresentazione dei Sentimenti come entità autonome è un’idea originale e audace. Come hai sviluppato questa cosmologia emotiva?
4. Come ho già accennato in una risposta precedente, l’idea di personificare i sentimenti è sempre stata nella mente, soprattutto dopo aver guardato film come Inside Out o Soul. Mi piaceva l’idea di dare vita a ciò che, a mio parere, controlla l’anima umana ed è sempre stato al centro delle scelte di ognuno di noi. Perché, dopotutto, non dare vita anche a loro? Ogni nostra decisione è determinata da un’emozione (insieme, quanto vogliamo metterlo, anche al nostro cervello), positiva o negativa che sia, siamo attratti da ciò che ci suscita un sentimento.
5. Che ruolo ha la scrittura nella tua esplorazione delle complessità delle relazioni umane?
5. Scrivere per me è sempre stato un lavoro di riflessione, prima su me stessa e poi sugli altri.
In un mio romanzo precedente, ho analizzato la mia vita cercando di trarre un insegnamento per me, ma soprattutto per i lettori. In ogni esperienza c’è qualcosa da imparare, ma solo se lo sguardo è focalizzato sul “senno di poi”. Quando si vive una situazione non si ha la capacità di razionalizzare e di guardare dall’esterno con occhio critico e la scrittura per me in quel caso, ma in generale ogni volta che mi metto a scrivere qualcosa, mi permette di estraniarmi e di valutare i rapporti umani sulla base dell’occhio esterno.
6. L’elemento mitologico e il microcosmo personale si fondono nel tuo romanzo. Quale di questi due piani narrativi è stato più difficile da sviluppare?
6. Decisamente il microcosmo personale. Mentre scrivevo la storia di Sam e Margot, la mia vita era proiettata davanti a me e io volevo analizzarla per essere il mio motivo ispiratore. I sentimenti, per quanto sinceri, rappresentano entità quasi deificate che controllano l’anima umana, degli esseri sopra tutto ciò che é materiale e tangibile, sebbene anche loro dovranno riconoscere i propri limiti.
7. Qual è il messaggio che speri arrivi al lettore riguardo all’amore e alle sue contraddizioni?
L’amore è sicuramente il sentimento più bello e non a caso più amato, da sempre. Scrittori, poeti lo hanno sempre elogiato come il più potente e capace di far compiere agli uomini le gesta più audaci e folli. Ma non è solo questo, quando l’amore o qualsiasi sentimento viene portato al livello estremo diventa un’emozione negativa e dannosa. Ho voluto sottolineare che anche Amore quando diventa ossessione, manipolazione e controllo ha le sue conseguenze pericolose e purtroppo, oggi più che mai,può nascondere odio e il disprezzo. Così come i sentimenti negativi, come l’orgoglio possono essere considerati nella sua eccezione positiva, verso se stessi e le proprie capacità.
8. Il finale è rivelatore e filosofico. Come hai concepito la verità inattesa che Amore scopre?
La mia intenzione era di mostrare come un atto negativo non può nascondersi dietro il verbo “amare”. Amore non è solo un sentimento positivo, può diventare ossessione e gelosia e quando si agisce per conto di esso, bisogna trovare un equilibrio. Mi spiego: umiliare la persona che si dice di amare, controllare il telefono, decidere i vestiti o con chi può o non può uscire nascondendosi dietro la frase “ma io ti amo…” è una giustificazione estremamente nociva. Amore è rispetto dell’altra persona, è un venirsi incontro, è compromesso.
9.Quali sono state le tue principali fonti di ispirazione, sia letterarie che personali?
Come ho già risposto, sicuramente la mia vita personale è la principale fonte di ispirazione così come le mie letture. Non sono una fan di Felicia Kinsley, sebbene sia la scrittrice di romance più conosciuta e forse ne è la ragione. Amo Anna Premoli, anche lei molto conosciuta, ma i suoi romanzi sono più nelle mie corde. Nonostante questo, il romanzo che più ha ispirato la mia scelta di cambiare direzione al romance è stato “Scritto nel destino” di Terri Osburne, la cui storia, sebbene d’amore, non è stata né scontata e né prevedibile fino alla fine.
10. Come descriveresti l’esperienza emotiva che vuoi regalare a chi legge Non è un mondo di favole?
É un romanzo leggero, ma profondo. Si legge d’un fiato, è scorrevole e un lettore che si lascia travolgere dalle emozioni che prova la protagonista, attraversa lui stesso le fasi dell’innamoramento, dell’amore vero e della fine di una storia. L’esperienza emotiva che vive è totalizzante; il romanzo non solo racconta una storia, ma la spiega; non solo parla di corpi, ma di anime, ingloba ogni aspetto di una relazione nei suoi dettagli e situazioni particolari, soffermandosi su ciò che avviene quando due persone si innamorano, senza perdere il senso di una storia con un lieto fine.
11. Hai in mente nuovi progetti narrativi che seguano lo stesso intreccio tra introspezione e mito?
No, ma questo romanzo ha aperto la mia mente, chiusa negli stereotipi e confini di genere e al momento ho in stesura un altro romanzo che fonde due generi letterari, il giallo e il romanzo d’amore. Nell’ultimo periodo ho ritrovato il piacere di leggere racconti crime che mi hanno spronato a scrivere di un omicidio, senza dover rinunciare all’amore, costantemente presente in tutti i miei scritti e oserei dire nella vita di ognuno di noi.
12. Cosa consiglieresti a chi desidera scrivere romanzi che esplorano in profondità le dinamiche emotive e relazionali?
Scrivere e vivere delle emozioni che si stanno scrivendo. Non si può raccontare di sentimenti senza averne provato i benefici e gli ostacoli; e nel bene e nel male ognuno di noi ha sperimentato l’amore, ma non si può parlare di questo senza ave conosciuto anche la delusione e il dolore. Un’amore che non è come viene sempre descritto nelle favole, è più vero e sincero, sebbene spesso può portare a una fine. Margot e Sam hanno sperimentato cosa vuol dire vedere crollare le loro speranze di un amore duraturo come si sono promessi il giorno del matrimonio; la vita li ha condotti su altri sentieri, come due rette parallele che per incontrarsi hanno bisogno di cambiare direzione e diventare perpendicolari. Ciò significa lavorare su se stessi, sul proprio passato, per rinascere e crescere di nuovo insieme, per ricominciare non partendo dal punto in cui si sono lasciati, ma su un’altra strada, diversa e complementare a quella precedente.
13. Dove è possibile acquistare il tuo romanzo?
Lo potete trovare su Amazon e sul sito della casa editrice, la Pav Edizini, in questa versione con una copertina più completa e speciale.
14. Dove è possibile seguire il tuo lavoro sui sociale e sul web?
14. Ho un account Instagram e Tik Tok dove parlo dei miei romanzi e racconti e mi potete trovare facilmente usando il mio nome e cognome.