martedì, Novembre 11, 2025
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Il mondo dentro — quando la letteratura diventa libertà

Ci sono romanzi che non si limitano a raccontare una storia, ma attraversano le coscienze. Il mondo dentro, nuovo libro di Marco V. Ambrosi, è uno di questi: un viaggio potente e commovente nel valore dell’educazione, della parola e della libertà interiore, ambientato tra le mura di un carcere e gli echi di un ospedale psichiatrico giudiziario.

Enzo, professore di lettere che lascia la carriera accademica per insegnare dietro le sbarre, incontra Marco, un giovane detenuto silenzioso e fragile. Quella che nasce come una semplice lezione diventa una corrispondenza lunga quindici anni, un dialogo che unisce due vite apparentemente lontane ma illuminate dalla stessa passione: la letteratura.

Nel romanzo, la scrittura e la lettura diventano strumenti di rinascita. Marco, “recluso ma libero tra le pagine”, scopre nel potere delle storie una via di fuga, un modo per comprendere sé stesso e gli altri. Enzo, dal canto suo, ritrova il senso più autentico del suo mestiere: educare come atto politico, umano, di resistenza.

“La passione per la letteratura cambia Enzo, cambia Marco, cambia la loro idea di libertà”, spiega Ambrosi.

Il mondo dentro chiude la trilogia iniziata con Vincere perdendo e proseguita con Lo strappo, tre romanzi legati da un filo rosso: le passioni che salvano, che educano, che fanno crescere. Dopo il calcio e la musica, ora è la letteratura a diventare la chiave per scoprire il mondo interiore e le infinite forme di libertà che lo abitano.

«Mai avrei pensato di diventare amico di Marco il primo giorno che ci siamo visti», scrive Ambrosi nell’incipit. Ed è proprio da questa frase che prende vita un racconto universale sull’incontro, sull’ascolto e sulla possibilità di cambiare, pagina dopo pagina.

Un romanzo che abbatte le sbarre

In un tempo in cui la cultura sembra confinata, Il mondo dentro riporta la letteratura nel suo ruolo più alto: quello di ponte tra gli esseri umani. Ambrosi ci ricorda che l’educazione non è solo trasmissione di sapere, ma apertura, fiducia, possibilità di riscatto. Perché, come scrive l’autore, «ci sono storie che non chiedono permesso: entrano dove meno te le aspetti e ti mostrano che ognuno, anche dietro le sbarre, ha un mondo dentro da proteggere e far fiorire».

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