lunedì, Gennaio 27, 2025
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La riscoperta di Giulia Farnese: intervista esclusiva a Roberta Mezzabarba

Come ha deciso di scegliere Giulia Farnese come protagonista del tuo romanzo?

    Sono convinta che non siano gli autori a scegliere le storie e i personaggi, ma che siano questo a cercare una “penna” affine per essere narrati. Quindi ho la certezza essere stata cercata da questa donna per avere il riscatto che meritava, per essere riportata alla luce nella verità.

    Qual è stato il momento in cui ha deciso di raccontare la sua storia in modo così approfondito?

    Ho “incontrato” l’anima di Giulia Farnese sulle sponde del Lago di Bolsena, a Capodimonte (VT) dove ha visto la luce. Così ho iniziato a fare ricerche in rete su questo personaggio, e le uniche notizie che trovavo erano relative al periodo di concubinato con Papa Borgia. Sebbene Giulia avesse vissuto 49 anni, non riuscivo a trovare notizie dal momento in cui lei lasciò il Vaticano, all’età di 20-22 anni.

    A quel punto una domanda mi assillava… perché una donna di tale calibro era sparita dalle cronache?

    Come ha affrontato il lavoro di ricerca storica per questo libro?

    Gli interrogativi si moltiplicavano nella mia mente, e così ho smesso di interrogare Google, e sono scesa in campo: ho iniziato a cercare (e trovare) documenti negli archivi storici che parlavano di questa donna, o addirittura scritti proprio da lei.

    Nell’archivio di Stato di Napoli ho trovato il suo rivoluzionario testamento, negli Archivi Segreti del Vaticano ho trovato le lettere infuocate che il Borgia le scriveva, poi negli Archivi Storici dei vari comuni della Provincia di Viterbo (territorio in cui Giulia è nata e ha vissuto) ho reperito molti documenti  che parlavano del suo operato.

    In quel momento ho deciso di portare alla luce la VERA storia di questo personaggio, colmando le omissioni e l’oblio che fino a quel momento erano state perpetrate.

    Ci sono stati documenti o fonti che la hanno particolarmente colpita o ispirata?

    Avere fra le mani un documento storico è sempre emozionante: penso alle mani che hanno sfiorato quella carta, al pennino che ha vergato le parole in esso contenute, ai sentimenti così immortalati che hanno superato il tempo.

    I documenti che riguardano Giulia sono nella maggior parte scritti dal suo segretario Petrobelli, o da notai.

    Ho potuto visionare presso l’Archivio Segreto del Vaticano una lettera scritta da Giulia 1494 a Gradoli (VT) quando ho avuto fra le mani questo documento mi sono emozionata dinnanzi alla calligrafia piccola e regolare di questa donna, è stato come conoscere una parte ancora più intima di lei.

    Il formato epistolare è una scelta narrativa originale e coinvolgente. Perché ha deciso di utilizzarlo?

    Quando ho iniziato a scrivere le prime pagine questo romanzo lo avevo fatto in prima persona, ossia facendo raccontare direttamente a Giulia le sue vicende: ma, devo essere sincera, lo storytelling non rendeva giustizia al personaggio che volevo narrare in quanto, avere un solo punto di vista sulla narrazione, non riusciva a restituire al lettore la potenza del personaggio e della storia.

    Così, ho accantonato le pagine scritte, e ho ricominciato tutto dall’inizio, ponendo la narrazione terza persona e quindi potendola narrare da più punti di vista. Il risultato mi piacque assai, ma mi ritrovavo ancora le pagine scritte in prima persona, e allora ho pensato di frazionarle e di permettere comunque a Giulia di parlare direttamente al lettore, dandogli la possibilità di leggere la corrispondenza che Giulia invia alla suo buona amica Lucrezia Borgia.

    Queste lettere, naturalmente, non sono esistite realmente e qui è entrata in gioco l’astuzia da romanziera, con un escamotage che è storicamente dimostrabile…

    Nel romanzo, Giulia emerge come una donna complessa e moderna. Quanto di questa interpretazione si basa su fatti storici e quanto su licenza creativa?

    Di licenze creative, in questo romanzo, ce ne sono veramente poche.

    Posso aver immaginato il colore dell’abito di Giulia, ma nessuna azione descritta è fonte della mia immaginazione: ognuno di non è quel che fa, e il carattere di Giulia e le sue azioni le ho ricavate da ciò che mi hanno raccontato i documenti storici che descrivono il suo modo di agire e di amministrare il suo feudo.

    Il rapporto epistolare tra Giulia Farnese e Lucrezia Borgia è un elemento centrale del libro. Qual è il significato simbolico di questa corrispondenza nel contesto della storia?

    Da questo rapporto epistolare credo esca fuori la sorellanza che può nascere fra due donne che hanno avuto la stessa sorte: essere utilizzate dalla famiglia per accrescere e conquistare potere e denaro.

    Credo che le vicissitudini della vita uniscano molto più del sangue…

    Ha incontrato difficoltà o pregiudizi nel tentativo di ridefinire l’immagine storica di Giulia Farnese?

    Difficoltà no, pregiudizi molti.

    Tutti, nel mondo, conoscono Giulia come la licenziosa amante di Papa Borgia, ogni libro o serie TV così ce l’hanno dipinta. Nessuno, prima d’ora, si è mai fermato a pensare che Giulia aveva semplicemente eseguito gli ordini della sua famiglia: accaparrarsi le grazie del Papa per spianare la carriera ecclesiastica del fratello Alessandro (che poi grazie a lei diverrà Papa Paolo III).

    Quindi il mio lavoro è diventato una missione, che sta sortendo gli effetti voluti.

    Attualmente ho notato, con grande soddisfazione, che in più di un filmato presente su Youtube, in cui si parla di Giulia, viene raccomandata la lettura del mio romanzo.

    Il romanzo esplora temi universali come l’autodeterminazione e la rinascita.
    In che modo hai collegato questi temi alla vita e alle scelte di Giulia Farnese?

    Beh, Giulia dopo aver portato a termine l’incarico affidatole dalla famiglia, quello di ingraziarsi il Borgia e facilitare la carriera ecclesiastica del fratello, ha vissuto un percorso di autodeterminazione e di rinascita. Il suo primo marito, Orsino Orsini, le lasciò in eredità il feudo di Carbognano (VT) e una volta divenuta vedova Giulia accettò la sfida e divenne la Domina del suo feudo (la prima nell’Italia del 1500!) rinascendo dalle sue ceneri come una fenice, resistendo alla Damnatio Memoriae inflittale dalla famiglia: pensate che non esiste una immagine certa di Giulia, in quanto il fratello Alessandro e i suoi nipoti si sono adoperati per distruggere tutto ciò che potesse ricordare la donna…

    C’è una scena o un passaggio del libro che sente particolarmente vicino come autrice?

      I libri sono creature di carta, e quindi si amano svisceratamente tutti… però quel brano in cui Giulia indossa i pantaloni del marito appena scomparso per fare una corsa a cavallo nei territori del suo feudo…

      La traduzione del romanzo in 14 lingue è un traguardo straordinario.
      Come ha vissuto il successo internazionale di questa opera?

        Anche i miei precedenti romanzi sono stati tradotti in varie lingue (inglese, spagnolo, portoghese), quindi conoscevo già la sensazione nel veder tradotte le mie storie in una lingua che non è la mia, ma questo romanzo è stato diverso, il suo percorso è stato a dir poco incredibile.

        Pensate solo che nel settembre 2023 ho firmato, nel giro di una settimana, 8 contratti di traduzione in lingue fino a quel momento irraggiungibili per me (giapponese, cinese, arabo, turco, greco, russo, rumeno, ungherese): è stato incredibile, poi, constatare il riscontro della storia di Giulia nelle varie culture.

        Devo essere sincera, i lettori sia italiani che stranieri, mi hanno regalato grandi emozioni con le loro recensioni!

        Cosa spera che i lettori portino con sé dopo aver letto IULIA FARNESIA – Lettere da un’anima? C’è un messaggio particolare che desideri trasmettere?

          Spero che il lettore porti con sé il messaggio che ognuno può avere la possibilità di riscattarsi, e di raccontare la propria verità, anche quando questa sembra sommersa da secoli di polvere.

          Spero che di Giulia venga ricordata la forza e la delicatezza, la determinazione e la forza.

          Se Giulia Farnese potesse leggere il suo libro, cosa pensi direbbe della tua interpretazione della sua vita?

            Giulia si è espressa proprio in merito a questo firmando la prefazione del libro…

            Sta già lavorando a un nuovo progetto?

              Ho molti progetti in lavorazione.

              Primo fra tutti la mia collana editoriale I QUADERNI DELLA TUSCIA: un volume illustrato per ogni borgo della Tuscia destinato ai ragazzi (di ogni età!) per mettere in salvo le storie dei 60 Comuni della Provincia di Viterbo. Al momento sto scrivendo il 12° volume, e spero entro il 2025 di arrivare e superare il n° 20.

              Poi ho da poco terminato lo studio e sto iniziando a scrivere il mio prossimo romanzo, incentrato sul personaggio di Alessandro Farnese, poi Papa Paolo III: luci ed ombre sull’uomo che ha vestito i panni di pontefice.

              Dove possiamo seguire il suo lavoro di scrittrice sui social e sul web?

                Ho una pagina molto attiva su FB in cui inserisco tutti gli eventi che organizzo, e tutte le mie nuove uscite. Ho un sito vetrina ed e-commerce (www.robertamezzabarba.it) e una rubrica settimanale UN MARE DI PAROLE sul settimanale online ACICASTELLO INFORMA.

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